ISPEZIONARE UNA NUOVA MENTALITA' DEL LAVORO

Questo blog ha lo scopo di perseguire una mentalità del lavoro che riconsideri gli aspetti del secolo passato in un approccio sempre più tendente al merito. Nel fare questo si confronta con le politiche economiche del lavoro che più stanno incidendo sulla crescita dello stato mormone dello Utah che è considerato all'avanguardia negli USA.

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mostra di pittura mormone

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sono mormone

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giovedì 16 agosto 2012

POLITICA CREATIVOGENICA


Molti politici continuano a dividere le segmentazioni delle loro azioni in sinistra, destra o centro.
Questo, oltre a essere un modo di classificazione sempre più confuso, è anche un modo che irrigidisce l’efficacia e l’interpretazione della politica.
Facciamo un semplice esempio:
chi ha valori religiosi da difendere tende a sentirsi più tutelato dai politici di destra ma se le sue condizioni sono economicamente molto umili tende a riferirsi ai politici di sinistra pensando di essere più tutelato. Tutto ciò porta questa persona a non ricevere una piena rappresentanza politica. Tutti i cittadini dovrebbero avere rappresentanza politica in quanto è un loro diritto.
Occorre superare questa incostante segmentazione per evitare di riversare l’elettorato nel partito dell’astensione.
Occorre trovare una politica che riduca queste discrepanze e lavori per una nuova mentalità del cittadino (Job mentality) che porti ad una sempre più efficace politica sia nel campo economico, attraverso una liberazione del potenziale creativo, sia nel campo dei valori attraverso una liberazione delle singole coscienze senza voler imporre a tutti la “coscienza maggioritaria”.
Ma non tutte le idee possono essere positive ce ne sono anche di molto negative. Nel campo economico un esempio è dato dai derivati inventati dal potere finanziario che ha portato l’economia occidentale in una profonda crisi. Occorre pertanto che un politico si preoccupi di prevenire i danni che una cattiva creatività può recare all’economia.
Allora occorre guardare ad una “Politica creativogenica”.
Cosa si deve intendere con la parola “creativogenica”? E una creatività regolata dove per “genica” si può intendere una regolazione genica che è il processo che permette ad una cellula  del nostro corpo di esprimere un determinato pool di geni  in un contesto e di silenziarne altri.
In politica, partendo da questo esempio, si può pensare a una creatività che permetta ad un cittadino, tramite l’apparato legislativo, di esprimere e realizzare determinate idee di sviluppo economico e di silenziare quelle che portano danno all’economia della comunità. Liberare pertanto la potenzialità della creatività in tutti i soggetti dello stato, persone private o enti pubblici, che possono dare impulso ad una sana economia.
Tutto ciò può avvenire tramite un’attività di legiferazione che liberi risorse nei privati e faccia leva su incentivi a sostegno di tutto ciò che porta ad un aumento dell’occupazione e non, per esempio, ad una delocalizzazione dannosa. Questa liberazione di risorse economiche può avvenire solo per mezzo di una forte riduzione delle tasse e pertanto risorse che vanno recuperate da un forte snellimento della spesa pubblica e da un sistema fiscale incisivo dove tutti pagano le tasse.
In sostanza: meno tasse, meno stato e più cittadini pensanti.
Dare una sana libertà al cittadino: libertà di coscienza, libertà di essere creativo e libertà di utilizzare i suoi guadagni per implementare le sue iniziative economiche e non per pagare la politica e la esagerata macchina dello stato.
In Italia è giunto il tempo per costruire una “visione di politica creativogenica” dove la politica è intesa come un servizio per il cittadino che deve essere facilitato a operare con poche leggi. Il cittadino si deve governare da solo nel rispetto di una legiferazione snella ed essenziale.
Concludo e a sostegno di quanto da me descritto riporto una recente frase di Mitt Romney, candidato alla Casa Bianca:
«I nostri diritti ce li danno Dio e la natura umana, non il governo. Non è la burocrazia statale che ci ha resi grandi, ma l'iniziativa della gente».
L’Italia potrà farcela se la politica darà un sostegno intelligente all’iniziativa privata… basta con il populismo di sinistra e di destra e del pilatesco centrismo.
Inoltre un piccolo contributo concreto di idee, proposto dall’Associazione Culturale ISA, lo potete leggere nel post: DIECI PROPOSTE PER CAMBIARE L’ITALIA CHE LAVORA.
Piero Durazzani e la sua famiglia

Piero Durazzani
(Presidente dell’Associazione Culturale ISA)

mercoledì 8 agosto 2012

DIECI PROPOSTE PER CAMBIARE L'ITALIA CHE LAVORA

ATTENZIONE: dopo aver letto le 10 proposte segnala quelle che ritieni interessanti utilizzando il sondaggio a fianco. Ci aspettiamo una tua valutazione. Il sondaggio mantiene l'anonimato automaticamente.



Con questo documento ci prefiggiamo di aprire una discussione in merito alle proposte qui descritte al fine di valutarne l’accettazione, la convenienza, la validità legislativa e gli eventuali suggerimenti di modifica.
Lo scopo finale è quello di creare una mentalità del cittadino lavoratore libera da condizionamenti religiosi, di classe, di rappresentanza politica - sindacale ideologizzata e dipendente. Rafforzare tramite queste norme una stretta e reale collaborazione che superi la vecchia lotta di classe fra datore di lavoro e lavoratore. Realizzare una collaborazione basata sulla sostenibilità di interessi comuni come il “business” aziendale, ponendo particolare attenzione                alla “business sustainability” per le future generazioni.
Nell’elaborare queste proposte è stata esaminata anche La Carta dei Diritti Culturali della Dichiarazione di Friburgo, la quale enuncia quei diritti “essenziali alla dignità umana; per questa ragione i diritti culturali fanno parte integrante dei diritti dell’uomo e devono essere interpretati secondo i principi di universalità, di indivisibilità e di interdipendenza.”
Inoltre, per facilitare la comprensione di alcune proposte legislative, in calce ad alcune di esse è stato richiamato il post del blog <www.mormonjobmentality. blogspot.com> a cui fare riferimento.



1) IL LAVORATORE HA DIRITTO AD UNA RETRIBUZIONE PROPORZIONALE ALLA SUA FLESSIBILITÁ, ADATTABILITÁ E AL SAPER GESTIRE I CONTENUTI CHE LA PROPRIA MANSIONE RICHIEDE. DIRITTO DA INSERIRE NELLA COSTITUZIONE, AL POSTO DELLA PRIMA PARTE DELL’ATTUALE ARTICOLO 36, CHE PREVEDE SOLO UNA GENERICA QUANTITÁ E QUALITÁ DEL SUO LAVORO.
Il lavoratore oggi deve saper perseguire gli obiettivi che l’azienda gli pone pertanto l’essere flessibile e adattabile alle situazioni via via emergenti è condizione essenziale per la realizzazione del business aziendale. In sostanza spostare l’attenzione dall’efficienza  all’efficacia.   


2) AGGIORNARE LA FORMULAZIONE DEI DIRITTI DEI LAVORATORI, INTRODUCENTO QUELLI PIU' ATTINENTI ALL'ERA DIGITALE, COME IL “DIRITTO PER OGNI CITTADINO DI ACCEDERE AD INTERNET DALLA PROPRIA ABITAZIONE”. DIRITTO DA INSERIRE NELL’ARTICOLO 21 DELL’ATTUALE COSTITUZIONE.
Questo diritto si riallaccia a quello espresso nella Dichiarazione di Friburgo dove viene trattata la messa in atto dei diritti culturali nell’economia e specificatamente per quanto concerne l’articolo 10 comma “b” dove si legge:
“Gli attori pubblici, privati e civili devono, nell’ambito delle loro competenze e responsabilità specifiche: considerare che la compatibilità culturale dei beni e dei servizi è spesso determinante per le persone in situazione svantaggiata a causa della loro povertà, del loro isolamento o della loro appartenenza a un gruppo discriminato.”
Questo comma mette in risalto due condizioni che noi abbiamo sul nostro territorio italiano: la povertà e l’isolamento. Queste situazioni si trovano maggiormente nelle zone rurali e di montagna, dove le nuove tecnologie informatiche fanno fatica ad arrivare penalizzando questi cittadini per quanto concerne le nuove opportunità di lavoro.  

Vedere post PREPARATEZZA E PRONTEZZA capitoli:
- “Progetto Broadband Utah: allargare la partecipazione”;
- “All'Italia serve un risorgimento digitale”;
- “Il monopolio italiano delle telecoms frena la crescita”;
- “Un nuovo diritto per l’era digitale”.


3) INSERIRE L’EDUCAZIONE ALLA “PREPARATEZZA E ALLA PRONTEZZA” NEI BAMBINI IN ETÁ PRESCOLARE. CONCETTO DA INSERIRE NELLA COSTITUZIONE NELLA SEZIONE DEL DIRITTO ALLO STUDIO.
I bambini che oggi sono in età prescolare subiranno un ritardo culturale che potrà compromettere il loro futuro successo nel campo lavorativo, qualora non acquisiscano confidenza e competenza nelle nuove tecnologie. Il loro successo negli studi sarà sempre più condizionato dalla loro capacità di stare sulla rete.
(Vedere post PREPARATEZZA E PRONTEZZA al capitolo “Progetto Upstart: una visione illuminata”).


4) INFORMATICA E NANOTECNOLOGIE SARANNO I CONTENUTI DELLA NUOVA SOCIETA' PER I PROSSIMI 30 ANNI, PERTANTO IL LAVORO SARÁ SEMPRE PIÚ INTELLETTUALE.
IL LAVORO MANUFATTURIERO SI GESTIVA CON IL CONTROLLO, MENTRE OGGI IL LAVORO INTELLETTUALE SI GESTISCE CON LA MOTIVAZIONE.  PERTANTO: È NECESSARIO FORMARE GLI STUDENTI DELLA SCUOLA SUPERIORE ALLA “LEADERSHIP” E PERTANTO LEGIFERARE PER INSERIRE QUESTA ESIGENZA NEI PROGRAMMI SCOLASTICI.  
(Vedere post UN MORMONE CHE HA FORMATO LA LEADERSHIP PIU AVANZATA).


5) SERVE UNA MOBILITÁ SOCIALE ORIENTATA VERSO L'ALTO, IL CHE RICHIEDE LA NECESSITÁ DI DECURTARE TOTALMENTE LE TASSE UNIVERSITARIE PER LE PERSONE CON PIÚ DI 35 ANNI DI ETÁ, CHE INTENDANO FREQUENTARE CORSI UNIVERSITARI. LAVORARE MENO E STUDIARE MAGGIORMENTE ALFINE DI ACCRESCERE I PROPRI GUADAGNI. QUESTO “DIRITTO ALLA COMPETITIVITÁ SCOLASTICA ED APPETIBILITÁ NEL MONDO DEL LAVORO” DOVREBBE ESSERE SANCITO NELLA COSTITUZIONE AL FINE DI DARE A QUEI LAVORATORI, LA CUI CULTURA È DIVENTATA OBSOLETA RISPETTO AL LAVORO CHE ORA SVOLGONO, LA POSSIBILITÁ DI ACQUISIRE UNA CULTURA PROFESSIONALE PIÚ CONSONA ALLE ASPETTATIVE ATTUALI. ESSERE COMPETITIVI OGGI, E SEMPRE DI PIÚ NEL FUTURO, VUOL DIRE CONTINUARE A STUDIARE.
Per ottenere questo diritto derivante dal diritto del lavoro più in generale, occorre favorire l’adeguamento culturale, come sancisce la dichiarazione di Friburgo all’ articolo 1 comma “e”:
“la realizzazione effettiva di un diritto dell’uomo implica la considerazione del suo adeguamento culturale, …”
(Vedere post BENVENUTO DI UN RETTORE UNIVERSITARIO).


6) L'EDUCAZIONE AL “BUSINESS” APRE LE PORTE DELLE GRANDI OPPORTUNITÁ.
OGNI STUDENTE DI SCUOLA SUPERIORE DOVREBBE PERTANTO ACQUISIRE UNA CULTURA DEL “BUSINESS” IN SENSO LATO, INCLUSO IL “BUSINESS  SUSTAINABILITY” CIOÈ QUELL’EQUILIBRIO FRA IL SODDISFACIMENTO DELLE ESIGENZE PRESENTI E QUELLO DELLE FUTURE GENERAZIONI DI SOPPERIRE ALLE PROPRIE. DIRITTO E DOVERE DA INSERIRE NELLA COSTITUZIONE.
Ogni persona, sola o in comune, ha diritto di realizzare il proprio business senza danneggiare economicamente ed ambientalmente le generazioni future.
Per le aziende il perseguire un “Business sustainability” significa operare nel proprio core business, e pertanto perseguire la crescita del profitto tutelando gli interessi dei propri shareholders e stakeholders, attuando politiche di sviluppo di medio e lungo termine che non incidano negativamente sulle future generazioni.
La disciplina della Sostenibilità integrata nel business richiede oggi sempre più una professionalità specifica al pari di altre funzioni aziendali, sulla quale la scuola ha un ruolo chiave nel preparare i giovani ad un lavoro molto utile nel mondo delle imprese.


7) AL FINE DI USCIRE DAL NOSTRO PROVINCIALISMO CULTURALE E MIGLIORARE LE QUALITÁ PROFESSIONALI, OCCORRE INSERIRE IN TUTTE LE FACOLTÁ UNIVERSITARIE ED ACCADEMICHE L’INSEGNAMENTO CONDOTTO IN LINGUA INGLESE. IMPORTANTE INSERIRE NELLA COSTITUZIONE LA LINGUA PREDOMINANTE IN QUANTO ESSA REALIZZA LA PIENA “INTERNALIZZAZIONE” DEL MONDO SCENTIFICO E DEL LAVORO. LA REALE CONOSCENZA DELLA LINGUA INGLESE È UN’ INDISPENSABILE NECESSITÁ.
(Vedere post IL POTERE ECONOMICO DEL MULTILINGUISMO).


8) INSERIRE NEI CONSIGLI D’AMMINISTRAZIONE DELLE AZIENDE UN RAPPRESENTANTE SINDACALE CON PROVATA CULTURA DEL “BUSINESS” ED ELETTO DIRETTAMENTE DAI LAVORATORI DELL’AZIENDA.
QUESTO RAPPRESENTANTE SINDACALE, NON TESSERATO IN ALCUN PARTITO POLITICO, DOVREBBE AVERE UN APPROCCIO MENTALE PROATTIVO PER SOSTENERE UNA CRESCITA DEL BUSINESS PRESENTE E FUTURO, INTERAGENDO CON I LAVORATORI PER TUTELARE I LORO INTERESSI, SENZA COMPROMETTERE IL PROFITTO AZIENDALE. DIRITTO DA INSERIRE NELLA COSTITUZIONE COME DIRITTO DI COGESTIONE.
Questo diritto di cogestione che è il termine che si riferisce alla partecipazione attiva dei lavoratori nei processi decisionali delle aziende. Il termine riguarda anche una partecipazione ai risultati economici e alla redistribuzione degli utili.
La disciplina della cogestione varia significativamente a seconda degli ordinamenti nazionali.
Agli estremi opposti si trovano le situazioni degli Stati Uniti e della Germania: negli USA i lavoratori non hanno alcuna rappresentanza negli organi decisionali e la gestione è affidata a manager che hanno il compito di massimizzare il profitto per gli azionisti soci. In Germania, i lavoratori e le rappresentanze sindacali hanno invece un potere significativo nella gestione dell'azienda.
In Italia dovremmo perseguire una cogestione snella per superare il massimalismo sindacale della lotta di classe.


9) PER FORMARE CITTADINI E PERTANTO ANCHE I LAVORATORI DALLA MENTALITÁ REALMENTE LIBERA, AGIRE ANCHE SULLA LIBERTÁ DI RELIGIONE PROIBENDO ALLA POLITICA DI LEGIFERARE NEL CAMPO RELIGIOSO. CONCETTO DA INSERIRE NELLA COSTITUZIONE IN SOSTITUZIONE DEGLI ATTUALI ARTICOLI 7 E 8.
Questo concetto è oggi rafforzato dall’articolo 3 comma “a” della Dichiarazione di Friburgo:
“Ogni persona, sola o in comune, ha diritto di vedere rispettata la propria identità culturale nella diversità dei suoi modi di espressione; questo diritto si esercita in particolare in relazione con la libertà di pensiero, di coscienza, di religione, di opinione e di espressione;”
(Vedere post LA LIBERTA RELIGIOSA: UN ESERCIZIO PER LA JOB MENTALITY).


10) ABOLIRE IL VALORE LEGALE DEL TITOLO DI STUDIO AL FINE DI REALIZZARE UNA VERA COMPETITIVITÁ FRA LE PRESTAZIONI UNIVERSITARIE PUBBLICHE E PERTANTO UNA CRESCITA PROFESSIONALE DEL CORPO DOCENTE. IL REALE MERITO ACQUISITO DURANTE GLI STUDI DEVE ESSERE IL SOLO ELEMENTO DI SELEZIONE QUANDO UN INDIVIDUO ENTRA NEL MONDO DEL LAVORO.
Il valore legale del titolo di studio fa sì che ogni laurea conferita da una qualsiasi delle ottanta università italiane abbia lo stesso peso nel mercato degli impieghi pubblici. Così gli atenei hanno scarsi incentivi a scegliere docenti preparati; i laureati bravi sono intercettati dal settore privato; le risorse delle famiglie premiano i servizi formativi scadenti. Problemi che si potrebbero superare se l'amministrazione pubblica valutasse le lauree sulla base di un ranking delle università di provenienza dei candidati. Come vorrebbe una proposta già in discussione nel governo.
Per esempio un giovane laureato in medicina in un’università che gli ha insegnato poco o nulla “vale”, per un possibile datore di lavoro pubblico, esattamente quanto un giovane medico laureato in un’università severa che lo ha ben preparato alla professione. Una Asl che volesse giudicare i due giovani dottori ai fini dell’assunzione non potrebbe privilegiare la laurea formativa a discapito di quella scadente. Dovrebbe trattare i due come se avessero lo stessa identica formazione e lo stesso sapere.
Questa ingessatura del mercato ha almeno tre effetti gravemente negativi.
1) Le università hanno scarsi incentivi a scegliere docenti bravi e ricercatori impegnati. Sia che la lezione la tenga il figlio/a o l’amico/a del barone locale, sia che la tenga un futuro premio Nobel, la laurea vale sempre lo stesso. Perché dunque cercare di reclutare il futuro premio Nobel?
2) Mentre il settore pubblico non può distinguere tra lauree, quello privato lo può fare, almeno in parte, basandosi sui diversi ranking oggi disponibili. Ciò implica che, ad esempio, la clinica privata, diversamente dalla Asl, può scegliere di assumere un dottore che viene da un’ottima facoltà di medicina, scartando liberamente quello che viene da una facoltà non selettiva, anche se ha un voto di laurea più alto. In tal modo, si innesta un meccanismo perverso per cui i laureati bravi sono intercettati dal settore privato, mentre quelli scadenti sono lasciati al pubblico. 
3) Dato che ogni laurea, ovunque ottenuta, vale lo stesso sul mercato (almeno su quello pubblico), molte famiglie non selezionano le università in base alla loro qualità, anzi sono tentate di iscrivere i loro ragazzi dove i corsi sono più facili e voti dati con più generosità. Questo significa che le risorse private ‘premiano’ i servizi formativi scadenti invece che quelli di valore.


Non dimenticare il sondaggio!! Vai nella colonna a destra.


Piero Durazzani
Presidente dell’Associazione Culturale ISA

giovedì 26 luglio 2012

UN MORMONE CHE HA FORMATO LA LEADERSHIP PIU' AVANZATA



 Stephen R. Covey, è morto a Idaho Falls, Idaho, la mattina del 16 luglio 2012, a causa degli effetti residui di un incidente in bicicletta che ha subito lo scorso aprile . Aveva 80 anni.
Covey era nato a Salt Lake City, Utah.
Ha frequentato la High School Est e si è laureato presso l'Università di Utah con una laurea in business.
Dopo la laurea, Stephen R. Covey ha servito una missione nelle isole britanniche.
Al suo ritorno, ha conseguito un MBA presso la Harvard Business School e poi ha iniziato la sua carriera di insegnante presso la Brigham Young University, dove ha poi conseguito il dottorato di ricerca.
Covey è stato un membro fedele della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni e ha servito in essa anche come vescovo, rappresentante regionale, sigillante nel tempio, e consulente per il Comitato missionario della Chiesa. All'età di 29 anni, Covey è stato chiamato come presidente della prima missione in Irlanda, una vocazione che amava e che divenne una esperienza formativa nella sua vita.
E 'stato mentre prestava servizio come missionario in Inghilterra, che ha scoperto il suo talento e la passione per l'insegnamento. Nel 1983, ha preso la decisione di lasciare il suo posto di insegnante a tempo pieno alla BYU, che aveva apprezzato da oltre 25 anni, per avviare una organizzazione, Covey Leadership Center (che in seguito divenne FranklinCovey), con la missione di portare all’attenzione del mondo professionale la Leadership Centrata sui Principi.
Con questa missione Covey ha influenzato la crescita di organizzazioni globali realizzando attività in oltre 125 paesi; ha consegnando personalmente anche migliaia di discorsi agli individui, leader, CEO, Generali e Capi di Stato di tutto il mondo e ha scritto decine di libri vendendo milioni di copie in numerose lingue.
Egli in tal modo ha influenzato letteralmente decine di milioni di persone e migliaia di organizzazioni e comunità in tutto il mondo. Lui si è sempre sorpreso e imbarazzato del suo successo professionale in quanto si vedeva semplicemente come un amministratore del grande lavoro che stava facendo, dando sempre credito a Dio.
Covey amava il Salvatore e sosteneva che se lo metti al centro della nostra vita, tutto il resto va a posto. Sua figlia dice di lui che era umile, compassionevole e generoso. Aveva ottimismo incredibile e fece il bene di tutti.
Stephen R. Covey è considerato a livello internazionale un autentico guru sulle tematiche manageriali, in particolare sulla leadership e lo sviluppo personale.
Consulente organizzativo, fondatore del Covey Leaderhip Center e co-presidente della FranklinCovey Co., è stato professore di Comportamento organizzativo e Busines management alla Brigham Young University, dove ha lavorato anche come direttore delle relazioni dell’Università. Covey è autore di diversi libri di fama mondiale, tra cui “Le 7 regole per avere successo” (Franco Angeli editore) ancora oggi segnalato fra i bestseller di letteratura manageriale: oltre 15 milioni di copie vendute in 28 lingue e 50 paesi.
Una delle sue ultime opere è stato il libro: “La leadership centrata sui principi” (Franco Angeli editore).
In questo libro egli da la risposta ai seguenti quesiti fondamentali:

1)      Come possiamo “mettere a frutto” la creatività, il talento e l’energia dei nostri migliori collaboratori, se non viene richiesto, né ricompensato, tale contributo?
2)      Come possiamo prendere coscienza del fatto che fra il “pugno di ferro” e la “linea soft” esiste una terza via più sostenibile e duratura?
3)      Come possiamo acquisire una cultura del cambiamento, della flessibilità e del miglioramento continuo, mantenendo allo stesso tempo un senso di sicurezza e stabilità?
4)      Come possiamo allineare persone, cultura aziendale e strategia, affinché chiunque, nell’organizzazione, agisca coerentemente a quanto pianificato?
5)      Come possiamo creare una squadra fondata sul rispetto reciproco, quando sono poche le persone che apprezzano veramente la diversità e il pluralismo?
6)      Come possiamo mantenere il controllo, pur concedendo alle persone la libertà e l’autonomia di cui hanno bisogno per essere efficaci e gratificate nel loro lavoro?

Covey, dando risposta nel suo libro a questi quesiti, ci offre delle intuizioni e delle linee guida che ci aiutano ad applicare questi principi al lavoro come a casa portandoci alla riscoperta dell’importanza di costruire relazioni personali e professionali per godere a pieno di una vita bilanciata, gratificante ed efficace.
Per mezzo di questi libri scritti da Covey il mondo del management più avanzato parla mormone.
Molti si chiedono “ma chi sono i mormoni?” La risposta migliore è quella di invitare le persone a leggere le opere e la biografia di mormoni che con il loro lavoro basato sui principi del Vangelo hanno reso evidente la filosofia:
“Dai un pesce a un uomo e lo nutrirai per un giorno; insegnali a pescare e lo nutrirai per tutta la vita”.

sabato 14 luglio 2012

Post editoriale: LA LIBERTÁ RELIGIOSA: UN ESERCIZIO PER LA JOB MENTALITY



L’obiezione è subito evidente: “ma cosa centra la libertà religiosa con la mentalità del lavoro?”.
Per comprendere le mentalità di coloro che desiderano approcciare le tematiche che dovrebbero portarli al successo lavorativo o in qualsiasi altro campo, parlando di libertà religiosa salta subito alla nostra attenzione la distinzione se queste persone appartengono alla categoria degli “uomini pensati” o a quella degli “uomini pensanti”.

C’è un canarino nella gabbia.
Lo vedi, pensi che sia un uccello e ti domandi:
"Saprà che gli uccelli possono volare?"
L'allevatore di canarini ti dice:
"Non preoccuparti, nascono in gabbia, vivono in gabbia e muoiono in gabbia. Guarda... “
Apre lo sportellino, il canarino fa il suo piccolo timido volettino e poi torna nella sua angusta gabbietta.

L'uomo è nella gabbia del suo cervello pre-strutturato.
Lo vedi, pensi che sia un uomo pensante e ti domandi:
"Saprà che gli esseri umani possono pensare?"
L'allevatore di uomini ti dice:
"Non preoccuparti, nascono nella gabbia delle strutture mentali e delle categorie mentali che gli mettiamo in testa per ottenere il loro pensiero finale, vivono e muoiono nella gabbia".
Apre lo sportellino, non tentano neanche un timido volettino... anzi si ritirano ancor di più verso un angoletto della loro gabbia...
Ti togli per sempre dal tuo cervello il pensiero che appartengano alla stessa tua specie e che l'atto del pensare sia solo potenzialmente nel loro cervello e giungi finalmente alla giusta conclusione:
“Sono di un'altra specie dalla mia e la loro specie è quella degli uomini pensati, animali terreni che producono pensieri in modo inconsapevole, come risultato finale di categorie mentali inserite dalla nascita nel proprio cervello, che rimangono tutta la vita intangibili nel loro cervello a produrre gli stessi pensieri, senza che in loro nasca la consapevolezza della possibilità di metterli in discussione per poi… iniziare a pensare.” (1)

La libertà religiosa in una nazione inizia ad esistere quando si vieta di costruire una gabbia legislativa che pensi per noi. Una gabbia legislativa è un groviglio di leggi, leggine e concordati che ci pilotano verso comportamenti strumentali che limitano la nostra libertà.
Negli Usa questa gabbia legislativa è vietata per legge: 
i politici non possono legiferare in materia di religione. 
La libertà è reale perché è vietato ingabbiare la mente delle persone.

In Italia invece è stata costruita una gabbia legislativa pensata per non farci pensare, avendo costruito in noi fin dalla nascita la nostra inconsapevolezza… per non essere liberi di pensare.
Sarebbe auspicabile invece cominciare a pensare da uomini liberi quali si nasce, uomini che desiderano volare in ogni campo della vita: religione, lavoro, studio, salute, ecc.
Ci accorgeremo presto di quanti ostacoli il nostro pensiero si era pre-strutturato…, lo sanno benissimo coloro che si sono convertiti al Vangelo di Gesù Cristo. Uscire dalla gabbia potrà anche essere molto faticoso…. ma il giorno che inizieremo a volare, avremo vinto le nostre paure, le coercizioni degli altri non avranno influenza su di noi… e voleremo verso il successo.

La libertà religiosa parte dal presupposto che gli uomini nascono liberi, mentre la gabbia legislativa, che vuole regolamentare questa libertà, segue la via della pre-strutturazione delle coscienze.

La mentalità del successo nel campo del lavoro nasce dalla consapevolezza della nostra preparatezza e prontezza mentre le ideologie, e molto spesso i diritti e la sindacalizzazione del nostro lavoro seguono la via dell’asservilismo del lavoratore pensato da altri.
I politici hanno pre-strutturato il lavoratore per dargli un pensiero ideologico che lo ingabbi, i sindacati hanno pre-strutturato i suoi diritti lavorativi perché si senta protetto finché starà dentro la gabbia pensata per loro.

La mentalità di un lavoratore (Job Mentality), sia in proprio che dipendente, deve essere invece quella orientata al business: soddisfare i bisogni del cliente per riceverne un lecito guadagno. La sua dignità sarà legata alla sua libertà interiore e al suo successo. Non dovrà niente a nessuno se non alla sua preparatezza e alla sua prontezza.
Chi è diventato mormone, in un momento della sua vita, non ha ricercato una religione come se fosse un “posto fisso per la coscienza” ma ha indagato per trovare la verità spirituale testimoniata dallo Spirito. Questa è stata la loro scelta… non la religione in quanto esse sono un invenzione degli uomini per ingabbiarli… ma la verità che lo Spirito ci testimonia.
Questa verità ci incita a ricercare questi due requisiti:

“…se siete PREPARATI, voi non temerete.” (DeA 38:30)

“…essere PRONTI in ogni cosa…” (DeA 29:8)

La mancanza di questi due requisiti ci porta in Italia ad un “lavoratore pre-strutturato” che lega il suo successo alla benevolenza del suo datore di lavoro, alla protezione dei sindacati e al politico ideologizzato che favorisce posti di lavoro in perdita per riceverne compenso elettorale.

Destrutturiamo la nostra vecchia Job Mentality!
Cominciamo col progettare noi stessi, con l’aiuto dei nostri genitori, il nostro percorso di studi in funzione del mestiere o della professione che desideriamo svolgere e di cui esiste una reale prospettiva nel mercato, evitando pertanto quei corsi di studio architettati, molto spesso, solo per dare lavoro al corpo docente.

Formiamo nella nostra mente la cultura del business… non quella del posto fisso.
Ugo Foscolo diceva “Lavoro eterno! Paga il Governo” in quanto pretendere che il nostro posto di lavoro non possa essere riconsiderato è costringere il Governo ad aumentare le tasse per sostenere i business che non sono più remunerativi, col conseguente fallimento dell’economia di quel paese.

Essere lavoratori orientati al business vuol dire utilizzare la tecnica per stare sul mercato.
Nella mia vita professionale, quando intervistavo un candidato progettista per valutare la sua Job Mentality usavo spesso porgli questa domanda: “Progettare è un fatto tecnico o economico?”
Quasi tutti dopo averci pensato un pò rispondevano: “Un fatto tecnico”. 
Quasi tutti questi aspiranti lavoratori erano stati pre-strutturati dalla scuola in una gabbia che aveva limitato il loro pensare e la loro libertà di iniziativa e ciò li portava a considerarsi solo dei tecnici e non a vedere, tramite la capacità tecnica, la soluzione per poter arrivare al business, che è il vero obiettivo economico di ogni attività lavorativa.

Avere la nostra Job Mentality orientata al business, significa utilizzare i sindacati per la realizzazione di un senso di responsabilità che porti alla collaborazione col datore di lavoro nell’interesse del business aziendale e pertanto del datore di lavoro così come di ogni lavoratore.

Vuol dire utilizzare i politici non per creare gabbie burocratiche ma per facilitare la realizzazione di posti di lavoro che il mercato richiede e sostenere così i business che provengono dalla libera iniziativa.
Il viennese Karl Popper (uno dei più grandi filosofi del Novecento) sosteneva che la base di un popolo deve essere fatta di liberi imprenditori.
Nella categoria degli imprenditori vanno inseriti anche gli “intraprenditori” che sono lavoratori dipendenti si, ma con uno spiccato senso del business aziendale che, nell’ambito delle loro responsabilità, promuovono iniziative per migliorarlo.


Per valutare la verità enunciata da Popper basta mettere a confronto l’economia friulana con quella siciliana: nella prima ci sono tanti imprenditori mentre in quella siciliana ve ne sono molto pochi. Risultati: il Friuli vive dei suoi business mentre la Sicilia vive sugli aiuti “anti-business” dei politici. In Sicilia questa realtà continua a perpetuare lavoratori “pre-strutturati” a cui il business non interessa… e questo è il loro grande problema.

Thomas Jefferson, grande studioso di testi del Rinascimento (parlava molto bene il Toscano), sosteneva un principio enunciato da Machiavelli: “Chi poco governa, bene governa”. 
Già… libertà reali e non gabbie legislative e burocratiche. Ecco perché la costituzione degli Sati Uniti è la migliore dichiarazione di libertà perseguita da uno Stato ed è considerata dai mormoni ispirata da Dio.
Allora… “qual’è il miglior governo? Quello che ci insegna a governarci da soli”! (Johann Wolfgang von Goethe)


In conclusione... una bella notizia per i mormoni: il Senato ha approvato le norme per la regolazione dei rapporti tra Stato e la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni. 
Dal lontano 1966, anno in cui la Chiesa è entrata ufficialmente in Italia, sono passati ben 46 anni affinché fosse ufficialmente riconosciuta in Italia la libertà religiosa per i mormoni. 
Questa libertà (ingabbiata) non è ancora stata riconosciuta per i Buddhisti, gli Induisti e Testimoni di Geova.  E dove vanno allora a finire i valori di uguaglianza espressi nella Costituzione Italiana? Non sarebbe stato meglio, visto i risultati e i contenuti, avere nella nostra Costituzione un articolo che proibisca ai politici di legiferare in materia di religione?

Piero Durazzani (2)


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NOTE:
(1)   Le storielle del canarino e dell'uomo pensato sono state tratte dal sito http://usenet.it.rooar.com
(2)   Piero Durazzani è nato a Firenze nel 1941 e ora residente in Friuli V.G. (Italia).
Ha frequentato gli studi per perito meccanico all’Istituto Industriale Leonardo da Vinci di Firenze. Ha continuato a studiare come autodidatta, appoggiandosi prevalentemente a università francesi e spagnole orientando i suoi sforzi nel settore della plasturgia che era una tecnologia emergente di quel periodo. La scuola italiana degli anni ‘60 non era sufficentemente strutturata per questa nuova tecnologia.
Ha iniziato a lavorare come progettista di prodotto.
È diventato manager dell’innovazione di prodotto in un grande gruppo industriale internazionale dove ha potuto influire in maniera decisa sulla riqualificazione del business relativo ai vari stabilimenti del gruppo.
Ha realizzato numerosi brevetti europei e americani.
È stato insignito della Decorazione della Stella al Merito del Lavoro (Maestro del Lavoro) dal Presidente della Repubblica per meriti professionali.
Ha fatto il consulente per un gruppo internazionale per qualificare l’immagine del loro marchio nell’ambito dell’innovazione tecnologica.
Impegnato in tanti campi: politico, pittore, progettista e inventore.
Da più di 30 anni si dedica alla ricerca in campo scientifico-religioso.
Oratore su temi religiosi nell’ambito del Cristianesimo innovato (mormonismo).
Gestisce il blog http://sonomormone.blogspot.com
Ha scritto quattro libri:
- “Dalla libertà religiosa al laicismo innovato”
- “Innovazione… oltre il pregiudizio”
- “Il geo-cristianesimo”
-  “Onorare i Followers”.
È estimatore della cultura cristiana innovata e tecnologicamente avanzata dello stato dello Utah (USA), dove risiedono due suoi figli mentre il terzo vive a Boston.

venerdì 6 luglio 2012

PREPARATEZZA E PRONTEZZA



Il significato
Il termine inglese READINESS usato nell’ambito della cultura high-tech ci trasmette un alto significato di PRONTEZZA E PREPARATEZZA.

Con il termine PREPARATEZZA si deve intendere una mente culturalmente preparata.

Con il termine PRONTEZZA si deve intendere:
1) sveltezza, sollecitudine, tempestività e rapidità nel compiere qualcosa e cioè:
- prontezza di riflessi
- reagire con prontezza
2) brillantezza, agilità, capacità intuitiva (serendipità) e decisionale e cioè:
- prontezza d'ingegno
- prontezza di spirito

Utah: il più elevato tasso d'istruzione
Alla fine del secolo scorso i quotidiani e i periodici di economia hanno ampiamente riferito sui successi ottenuti dallo Utah, lo Stato in cui c’è ancora la più alta concentrazione di membri della Chiesa. Queste pubblicazioni dichiarano che i mormoni hanno «un patrimonio di valori all‘antica, e hanno davvero realizzato il grande sogno americano» (New York Times, 15 settembre 1991, pag. 1).
Un articolo diceva testualmente: «Se, come scrisse una volta Karl Marx, la religione è l‘oppio dei popoli, nello Utah è invece un‘anfetamina. Grazie in gran parte all‘influenza della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, lo Utah è diventato l‘invidia dei suoi vicini» (Time, 29 luglio 1991, pag. 22).
In un‘altra rivista, Business Week, si leggeva: «Lo Utah è in testa alla classifica. Tra i cinquanta Stati, lo Utah ha il tasso di istruzione più elevato, la popolazione più giovane, la più alta percentuale di studenti che arrivano alla maturità, la più alta percentuale di persone che vanno all‘università; è al nono posto in percentuale per il numero dei laureati, la popolazione con la più alta media di scolarizzazione, il più alto tasso di natalità, il più basso tasso di mortalità; è al quarto posto per la durata media della vita; è tra i tre Stati con minore incidenza di cancro, uno degli Stati con minori malattie cardiache; ha il più basso consumo di alcool, il più basso consumo di tabacco, la più breve durata dei ricoveri ospedalieri, la popolazione più sana e il miglior governo statale» (Business Week, 16 dicembre 1991, pag. 118).

Utah: il migliore Stato per affari e carriere
Lo Stato Americano dello UTAH, lo stato dei mormoni gode oggi, grazie anche al tasso di istruzione sopra richiamato, di un primato molto significativo: nel 2011 una delle riviste specializzate più prestigiose (Forbes) ha eletto questo Stato come il "Migliore Stato per fare Business".
I punti di forza dello Utah includono costi energetici inferiori del 31% rispetto la media nazionale e una crescita dell'occupazione in media dello 0,6% negli ultimi cinque anni, in confronto alla media negativa dello 0,6% di tutti gli Stati Uniti dal 2005. La Corporate Tax dello Utah al 5% è ben al di sotto di quella di Stati confinanti quali Arizona, Idaho e New Mexico. Lo Utah si è classificato sesto in un nuovo studio sulle imposte che analizza, in ogni Stato, il carico delle imposte sulle imprese rispetto a diverse industrie e settori.
Forbes fa notare che classifiche come questa attirano imprese di diversi settori e da tutti gli Stati Uniti. Aziende come Procter & Gamble, ITT, Home Depot e Boeing hanno annunciato quest'anno progetti di espansione nello Utah.
"Le aziende sono anche molto attratte dalla crescita demografica dello Utah, una delle più veloci degli Stati Uniti, che offre una manodopera fiorente. Lo Utah ha un'economia giovane e dinamica con un settore high-tech vibrante," ha detto Mark Zandi, Chief Economist di Moody's Analytics.
Nessuno Stato può eguagliare la performance costante dello Utah grazie alle tecnologie del web. Le aziende tecnologiche vedono lo Utah come un radar, in alternativa alla California dove i costi aziendali sono maggiori del 10%.   
           
Progetto Upstart: una visione illuminata
Lo Stato dei mormoni, Utah, vanta il record di uno Stato ufficialmente più connesso ad Internet in USA… ma non solo. È anche all’avanguardia per lo sviluppo educativo tramite Internet verso i bambini in età prescolare.

Infatti il Governo dello Stato dello Utah ha legiferato recentemente su un progetto volto a sviluppare le abilità scolastiche sulla PREPARATEZZA E PRONTEZZA (in inglese readiness) di bambini in età prescolare, al fine di raggiungere una maggiore eccellenza educativa.
Questo progetto, che si chiama "Upstart", persegue il seguente obiettivo:
- utilizzando ogni casa delle famiglie dei bambini in età prescolare, deve sviluppare un programma educativo tecnologico per realizzare una PREPARATEZZA E PRONTEZZA per un'eccellenza educativa.

 1) Più precisamente Upstart è stato creato per:
(a)  valutare l'efficacia di dare accesso a bambini in età prescolare, a casa, per l'istruzione interattiva personalizzata conseguendo col computer ed Internet una preparazione accademica per ottenere successo nella scuola.
     (b) verificare la fattibilità di realizzare una casa-base di curriculum in lettura, matematica e scienze conseguita dal computer e da Internet per tutti i bambini in età prescolare.

 2) Per fare questo il Consiglio dell’istruzione dovrà stipulare un contratto con fornitori di tecnologie didattiche per la consegna di un programma di casa-base, realizzato con tecnologie didattiche per i bambini in età prescolare.
Il fornitore contraente dovrà soddisfare i seguenti requisiti e normative:
      (a) fornire assistenza per istruzioni ai bambini in età prescolare su un computer di casa collegato tramite Internet per un impianto centralizzato di archiviazione di file,
      (b) fornire supporto tecnico alle famiglie per l'installazione ed il funzionamento del software didattico,
     ( c) provvedere all'installazione di computer ed accesso ad Internet nelle case di famiglie a basso reddito, che non possono permettersi l'attrezzatura ed il servizio;
    (d) avere la capacità di fare quanto segue attraverso Internet:
-          tenere la comunicazione con i genitori;
-          mantenere l'aggiornamento del software didattico,
-          convalidare l'accesso degli utenti,
-          raccogliere dati di utilizzo,
-          tenere una memorizzazione dei dati di ricerca,
-          fare i reports per i genitori, le scuole, e il legislatore,
(e) il programma dovrà comprendere:  
- istruzione individualizzata assistita dal computer in lettura, matematica e scienza,
- iniziative a tutto raggio multisensoriale di lettura,
- una prova di lettura dal computer, convalidato e adattato, che non richieda la presenza di adulti addestrati per gestire un indicatore preciso di lettura sulla prontezza dei bambini che non sanno leggere,
 (f) avere la capacità di essere rapido ed efficiente nel modificare, migliorare e sostenere il prodotto,
(g) lavorare in collaborazione con il personale scolastico del distretto, che fornirà assistenza tecnica ed amministrativa al programma,
 (h) sollecitare le famiglie a partecipare al programma fornendo loro una formazione e motivandole ad utilizzare regolarmente il software didattico.
    
Progetto Broadband Utah: allargare la partecipazione
Non solo più dell'80 per cento delle famiglie nello Utah ha attualmente accesso ad Internet, ma lo Stato sta anche lavorando attivamente per rendere Internet a banda larga disponibile anche nelle zone rurali. I benefici economici tangibili della disponibilità di Internet sta stimolando lo Stato dello Utah a continuare l’accesso alla banda larga sempre di più in tutto il suo territorio. 

Il Broadband Utah è il nome ufficiale del progetto che cerca di espandere la banda larga affidabile a tutti i cittadini in Utah.

"Altri Stati con progetti come questo sono realizzati da terzi, oppure potrebbero essere realizzati da una università o da qualcosa del genere, ma abbiamo deciso di farlo in quest'ufficio perché ci siamo resi conto dell'importanza di accesso ad Internet per le imprese", ha detto Tara Thue , un project manager dell'ufficio del Governatore dello Sviluppo Economico. "Sappiamo che senza infrastrutture moderne, non solo di acqua ed energia elettrica, ma anche di infrastrutture a banda larga, non aiuterà le aziende che si rivelino utili a questo stato."

"Con la raccolta di dati sulla disponibilità della banda larga in tutto lo Stato, speriamo di indirizzare il servizio alle zone che attualmente non hanno alcun accesso alla banda larga", ha detto Thue. "Stiamo trovando aree che sono attualmente completamente sotto-servite dalla banda larga, e stiamo lavorando con i fornitori per mettere la banda larga in quelle zone."

Infatti, mentre la maggioranza dello Stato ha accesso ad Internet ad alta velocità, ci sono ancora aree che soffrono di scarsa connessione ad Internet.
Per esempio Woodland Hills è una comunità povera appena a sud di Spanish Fork espansa fino alle montagne. I fornitori di servizi Internet hanno evitato l'installazione della banda larga in Woodland Hills, in passato, perché la comunità è a molte miglia di distanza dalle città che sono più collegate, ad esempio Provo o Spanish Fork. Senza la banda larga queste popolazioni rurali e povere non arrivano da nessuna parte.

Il Governatore Gary Herbert (1) dello Stato dello Utah ha condiviso i suoi sentimenti sugli sforzi Utah per ampliare la disponibilità di Internet.
"Sono entusiasta di sostenere il Progetto Broadband Utah, che è importante perché fornirà una mappa chiara per valutare le aree non servite o scarsamente servite nello Stato", ha detto Herbert in una citazione che appare sulla banda larga Utah Progetto webstie. "Questa è un'altra pietra miliare in una serie di tappe per rafforzare le opportunità di sviluppo economico in Utah, non solo nelle nostre zone rurali, ma in tutto l'intero Stato."


Lo Utah sta diventando la “Silicon Slopes”
Non c'è dubbio che il futuro per le aziende tecnologiche in Utah sia luminoso.
Mentre la California è chiamata la “Silicon Valley” (la valle del silicio) lo Utah sta diventando la “Silicon Slopes” (le piste del silicio).
Le aziende in Utah sono alla ricerca di chiunque abbia una laurea in tecnologia informatica o di settori affini. Chi cerca un posto di lavoro in questo settore in Utah può consultare il sito http://siliconslopes.com (2).
Questo Stato è tra i migliori negli USA per la crescita dei posti di lavoro tecnologici.
Nel 2011 i lavoratori del settore tecnologico sono saltati da 65000 a 75000.
In realtà, Inc. Magazine sostiene che lo "Utah è diventato l'epicentro della 'Inc. 500 aziende private Fastest-Growing’ negli ultimi anni". Attualmente sono oltre 5.200 le aziende IT e Life Sciences dello Stato che creano posti di lavoro altamente remunerativi.
Nella cittadina di Lehi si può guardare in ogni direzione e vedere che le gru punteggiano l’orizzonte.
Infatti il Governatore ha annunciato una significativa espansione dei posti di lavoro delle due società; una è la AtTask che è forte nel settore hardware e la seconda è la Adobe che è un leader mondiale nello sviluppo di software nel settore grafico.
Queste grandi società si muovono insieme ad altre aziende informatiche e alle relative tecnologie. La AtTask integra la tecnologia dei social media con il software di gestione aziendale.
Glen Mella, che ha appena avviato una società di software, dice che non c’è concorrenza per i lavoratori qualificati. Gli ingegneri sono particolarmente richiesti. Le retribuzioni sono a sei cifre.
Nei prossimi cinque anni altre migliaia di posti di lavoro saranno creati in Utah.


Ma nella Silicon Slopes non aumentano solo i posti di lavoro dipendente ma anche abbinamenti con iniziative in proprio. Un esempio per tutti è quello di Davide Durazzani che afferma:
“Lo spirito di iniziativa e la mentalità fortemente orientata al business che pervadono questo settore in Utah, ti stimola ad abbinare il lavoro dipendente con iniziative in proprio. Grazie a questo ambiente io ho potuto abbinare questi due aspetti del lavoro.”
La sua storia è iniziata in Italia (nato nel 1980 a Pordenone) dove ha conseguito il diploma di Perito Elettronico & Telecomunicazioni all’ I.T.I. Malignani di Udine.
Per due anni ha servito una missione a Sidney in Australia per la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, prendendo padronanza della lingua inglese il che gli ha permesso poi di laurearsi in Elettronica alla Brigham Young University di Provo (Utah), specializzandosi in comunicazioni digitali wireless avanzate. Con questa specializzazione è stato in grado di progettare e costruire dispositivi per decifrare dati in tempo reale a distanza, usati nei missili nel settore della difesa, collaborando con la base Aereonautica Edwards in California. Sempre alla Brigham Young University ha conseguito anche una laurea minore in Matematica.
Visto la crescita esponenziale di tecnologia mobile, durante i suoi ultimi anni di studio, Davide iniziò a sviluppare software per compagnie locali. Divenne poi partner a i.TV dove sviluppò un software per dispositivi portatili, che nel giro di qualche mese rese possibile alla compagnia di acquisire milioni di utenti negli USA e a livello internazionale.
Durante quel periodo Davide sviluppò prodotti e prototipi innovativi su piattaforme mobili per compagnie nel settore televisivo di alto livello, tra le quali, MTv, NBC, ABC, Viacom, FOX, Disney etc....
Dopo il successo di i.TV, Davide fu incaricato di sviluppare un prodotto simile per AOL, con sede a New York. Il prodotto fu sponsorizzato per settimane sulla prima pagina di iTunes (Apple). 
Nel 2011 Davide lavoro’ a stretto contatto con i 12 Apostoli della Chiesa di Gesu’ Cristo dei Santi degli ultimi giorni per creare un prototipo software su piattaforma mobile di cui i 12 hanno bisogno. Il prototipo e’ stato creato esclusivamente per i 12 apostoli al momento, e se la Chiesa lo ritterra’ opportuno, verra’ rilasciato al pubblico in futuro. Nel 2012 gli vennero offerte diverse posizioni in Sillicon Valley come capo sviluppatore software anziano. Nonostante cio’ decise di restare nello Utah visto la grande espansione tecnologica che tale Stato sta subendo.
Davide adesso dirige una squadra di Ingegneri software nel settore mobile nel sviluppare un prodotto innovativo che ha il fine di abilitare organizzazioni finanziarie internazionali a risparmiare milioni di dollari al mese.
Nel 2010 Davide si e’ dedicato nel campo imprenditoriale prendendo un prodotto già esistente e innovandolo in modo da poterlo utilizzare nel settore mobile. Dopo quasi due anni di ricerche di mercato, manovre legali, brevetti e preparazioni business logistiche, la compagnia fondata da Davide e il suo socio dà lavoro a più di 20 persone e sta ricevendo ordini a livello internazionale. Finanziatori di grande livello hanno investigato la compagnia e investito grandi cifre per contribuire alla crescita. Negli ultimi mesi l’uso di questo prodotto si sta espandendo anche al di fuori del settore mobile con ottimi risultati.
Durante il suo lavoro a tempo pieno e la sua compagnia, Davide fa anche da consulente software per compagnie negli USA.


Lo Utah sta valorizzando anche il settore del “Mobile Slopes”

Ogden

Nella cittadina di Ogden, a nord di Salt Lake City, tutti gli anni si tiene un'importante conferenza nel settore della telefonia mobile, la  “MobileSlopes Mobile App Conference”, dove dirigenti, imprenditori, e gli sviluppatori che stanno costruendo il futuro dei contenuti nelle applicazioni della telefonia mobile affrontano presentazioni dei componenti chiave di sviluppo, di marketing, e di monetizzazione per telefoni, cellulari e tablets.

La conferenza offre un forum per gli sviluppatori per dimostrare le loro applicazioni al pubblico della conferenza, un laboratorio in cui i partecipanti possono incontrarsi one-to-one con gli sviluppatori e gli imprenditori professionisti, e la possibilità di rete all'interno della vasta comunità delle applicazioni mobili. 

Questa conferenza è un evento straordinario per lo Utah per dimostrare anche i suoi servizi di alta classe. Infatti l’iscrizione a questo evento prevede il pernottamento al Marriot Hotel, una giornata gratuita di sci allo Snowbasin Resort o una giornata al The Junction - Ogden Open Village per uno stile di vita all'aria aperta, con paracadutismo indoor, surf, arrampicata, numerosi ristoranti di alta cucina, e altro ancora.

Non solo piste di telefonia mobile… ma anche business di servizi.


All'Italia serve un risorgimento digitale
Abbiamo festeggiato i 150 anni dell’unione italiana… ma ora è giunto il momento di dare il via ad un nuovo risorgimento promovendo le indispensabili tecnologie del web per acquisire PREPARATEZZA E PRONTEZZA culturale ed economica.


Di venticinque Paesi dell'Unione Europea presi in considerazione dalle statistiche, l'Italia è fra le ultime per percentuale di famiglie con accesso ad Internet da casa. Il Nord Europa ha percentuali quasi doppie rispetto alle nostre (in quei Paesi circa il 90% delle famiglie ha accesso ad Internet). L'Italia è anche ventiduesima (su 25) per spese in hardware, software e servizi relativamente al PIL. Una larga parte della popolazione non dispone di computer e di accesso ad Internet (Istat 2009) in particolare si tratta di famiglie di lavoratori non qualificati e di chi abita fuori dai centri urbani (da La Stampa, 19 luglio 2010).

Negli uffici c’è troppa carta sulle scrivanie. Infatti si stampano fogli in eccesso: 115 miliardi le pagine annue in Italia (da Il Sole 24 Ore, Nova, 31 luglio 2008, pag. 13)
Circa un italiano su due è senza web: il 62% della popolazione italiana non usa internet.

Il monopolio italiano delle telecoms frena la crescita
Matteo Durazzani (3), innovatore dei sistemi produttivi, sostiene che la vera crescita economica e un aumento di posti di lavoro costanti nel corso del tempo, per una nazione possono essere raggiunti solo se quel paese integra l'uso di tecnologie critiche, come Internet, con quelle che sono il resto dell'eco-sistema: l'infra struttura che permette alla tecnologia di avere portata e sostenimento, i servizi software integrati nel sistema economico, la tecnologia fisica (l'hardware) che permette l'utilizzo del tutto, e ovviamente Internet... ma non come quello Italiano.


“Ciò che voglio esprimere può essere esemplificato da due tecnologie inventate nel passato ed attualmente molto integrate nella vita di ogni giorno: l'elettricità e la televisione.  


Nonostante da un punto di vista siano intrinseche l’una con l’altra, la televisione è uno dei tanti prodotti dell’elettricità. Infatti senza l'elettricità la televisione non potrebbe esistere né raggiungere il potenziale influenzale che raggiunge oggi e quello che raggiungerà domani. 

Dove sarebbero, infatti, l’Italia ed il resto del mondo senza l’elettricità? Se il nostro governo non avesse investito risorse e capitale per creare un'infrastruttura per la divulgazione di tale tecnologia nel passato, non credo che oggi si parlerebbe d'Internet. 

L’integrazione dell’elettricità nell’ecosistema ha permesso a molte altre tecnologie e strumenti correlati, come la televisione, di essere utilizzati, sviluppati, e diffusi.  Ha avuto un impatto diretto sul modo in cui un popolo pensa, vive, consuma, comunica, impara, fa commercio, ecc… 

Internet, dal punto di vista di “Enabler” (ciò che consente ad altri di raggiungere altri scopi) e’ paragonabile nel nostro tempo all’elettricità, che se integrata nell’eco-sistema ad un livello bilanciato, puo permettere ad altri prodotti, sistemi, e soluzioni di raggiungere nuove mete di sviluppo.
Uno dei problemi dell'Italia riguardo ad Internet consiste nel fatto che è controllato dal monopolio delle telecoms.
Tutto è  basato sulle compagnie telefoniche, principalmente perché il governo italiano non ha investito in una struttura che permetta competizione e crescita per ciò di cui Internet ha bisogno. L'Internet non crescerà fin tanto che le telecoms, non lasceranno il controllo e permetteranno ad altre industrie di crescere e To DRIVE la crescita della struttura.


Guardiamo al nostro Internet di casa, ai costi e alle limitazioni che abbiamo e riflettiamo sui costi di abbonamento per i cellulari e tablets come l'I-Pad per accedere ad internet fuori di casa.
In USA, per esempio, sono abbastanza bilanciati nelle 4 aree e ciò permette al commercio di crescere, di avere flessibilità, libertà nella creatività di occupazioni basate o correlate al canale di comunicazione di Internet.
Il desiderio di sfruttare Internet al massimo di quello che è attualmente disponibile in Italia è fondamentale.
Più il desiderio cresce più il bisogno cresce e, più questo bisogno cresce maggiori saranno i risultati che mostrano la necessità di crescita della struttura base e più cresceranno le opportunità di lavoro.


Lo scopo di ogni grande sviluppo tecnologico è quello di raggiungere l’End User (il cliente finale) nel modo, nel luogo, nel tempo più adatto per poter generare il massimo potenziale dei risultati desiderati. Per adesso Internet è ancora considerato come una nuova invenzione, il cui potenziale esponenziale deve essere ancora provato e sperimentato.
Tra gli esperti è però comune la visione che questo sia solo un mezzo di base, che permetterà a tecnologie ancora più grandi di essere al centro del nostro sviluppo nel futuro.  Come oggi una nazione come l’Italia non può permettersi di esistere senza l’elettricità, così sarà per quanto riguarda Internet negli anni futuri."


Un nuovo diritto per l’era digitale
Nella costituzione italiana si sancisce il "diritto fondamentale" al lavoro per ogni cittadino… ma oggi, per realizzare questo diritto, occorre sostenerlo con un altro "diritto transitorio" utile per l'era digitale: il diritto di accesso per ogni cittadino alla banda larga.
Questo diritto dovrebbe essere sancito per legge come ha fatto la Finlandia. In Finlandia è stato vincolato ad una velocità minima di almeno 1 Mbps che entro il 2015 passerà a 100 Mbps!
Se noi italiani siamo fortunati, fra 5 anni avremo la copertura totale dell’ADSL solo da 2 Mbps…
Anche la Svizzera ha dichiarato che Internet è un diritto di tutti e che la banda larga deve essere garantita ad ogni cittadino. 
I sindacati italiani per difendere i diritti dei lavoratori dovrebbero promuovere iniziative per acquisire nuovi diritti transitori più attinenti alla nostra attuale società. Solo in questo modo si sostiene il diritto al lavoro e si combatte la disoccupazione non continuando a sostenere diritti novecenteschi che nella loro generalità di contenuti non sono più incisivi per il cittadino. 



Conclusioni
Il numero di Americani forniti di connessione Internet è andato rapidamente crescendo fin dal 1997, il dato è dovuto da un lato alla disponibilità della banda larga e dall'altro alla conseguente diminuzione dei costi di acquisto dei personal computers, nonché  alla sicurezza nelle transazioni.
Tra coloro che non utilizzano Internet, oggi, in Italia il:
41,7% – dichiara di non possedere Internet per mancanza di competenze ad utilizzarlo
26,7% – non considera Internet utile
12,7% – utilizza Internet non da casa, ma da altro luogo
8,5% – considera costosa la tecnologia connessa ad Internet
9,2% – considera troppo elevati i costi di connessione
Queste considerazioni dimostrano palesemente quanta necessità ci sia in Italia di un programma scolastico, e non solo, per sviluppare la PREPARATEZZA e la PRONTEZZA attraverso Internet.

Da quest'indagine emergono tre fondamentali necessità al fine di realizzare in Italia una condizione di PREPARATEZZA E PRONTEZZA culturale ed economica:

1)  Realizzare un'eccellenza educativa tramite un utilizzo allargato ed incisivo di Internet, iniziando dai bambini in età prescolare.
2)   Sancire per legge il "diritto transitorio" di poter accedere da parte di tutti i cittadini alla banda larga in qualsiasi punto del territorio indipendentemente dalla densità della popolazione.
3)     Realizzare un'infrastruttura digitale espandendo la banda larga su tutto il territorio Italiano compreso quello rurale.
4)   Superare l'attuale condizione di monopolio delle telecoms per favorire la competizione e la crescita.


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NOTE
(1) Gary Richard Herbert (nato il 7 Maggio 1947) è il diciassettesimo e attuale Governatore dello Stato dello Utah. Dopo aver servito come Vice Governatore sesto Utah 2005 al 2009, assunse il governatorato l'11 agosto 2009, a seguito delle dimissioni di Jon Huntsman Jr., che è stato nominato Ambasciatore degli Stati Uniti alla Repubblica popolare cinese dal presidente Barack Obama .
 Herbert è stato eletto per servire la restante durata del mandato in una speciale elezione nel 2010.
Herbert è nato da Paul e Carol Peters in American Fork, in seguito è stato adottato dal suo patrigno, Duane Barlow Herbert. Il Governor Herbert è cresciuto a Orem, Utah. Si è laureato e poi ha servito una missione di due anni per la Chiesa LDS nella Missione degli Stati dell'Est.
 E 'sposato con Jeanette Snelson Herbert, hanno sei figli e tredici nipoti.
Herbert ha servito per sei anni come membro della Guardia Nazionale dell'Esercito Utah, diventando un sergente. Dopo il suo tempo nella Guardia Nazionale, ha fondato una società immobiliare, Realtors Herbert and Associates, nonché un servizio di assistenza all'infanzia: The Connection Kids.


(2) http://siliconslopes.com è stato concepito allo scopo di promuovere la comunità tecnologica in crescita dello Utah. SiliconSlopes fornisce risorse e una banca dati gratuita per le aziende di tecnologia, per le persone, gli investitori e le organizzazioni associate allo Stato dell' Utah. SiliconSlopes distribuisce anche un manifesto annuale che rappresenta visivamente la tecnologia e la scienza della vita industriale in Utah.
Gli obiettivi della SiliconSlopes sono:
* Aumentare la consapevolezza per le grandi iniziative in corso in Utah
* Reclutare talenti che restino a vivere in Utah 
* Aumentare gli investimenti in tecnologie per le aziende locali


(3) Matteo Durazzani nato nel 1977 a Pordenone (Italia) è attualmente direttore generale delle vendite & marketing per il nord-america e l’europa occidentale di un industria medica di Boston. Ha fatto una missione di due anni a Roma per conto della Chiesa dei Santi degli Ultimi Giorni. Si è laureato in management alla Brigham Young University di Provo (Utah) e poi ha conseguito il master in business con specializzazione sull’innovazione delle tecnologie e sistemi produttivi alla Northeastern University di Boston. È sposato con due figli.